JAIC. Di cataloghi e passatempi

Ci sono malattie da cui si guarisce male o anche non si guarisce proprio, diciamocelo.
Una delle mie, ché certo la lista è lunga, è quella che a causa delle troppe ore di gioco consecutive e delle notti insonni trascorse inebetito con la luce del monitor sputata in faccia fino a farmi lacrimare gli occhi, mi fa sentire le buy mode tracks di The Sims ogni volta che penso a come arredare uno spazio. Dico davvero, voi vedete un giardino e io vedo una mappa divisa in piccoli quadrati occupati da oggetti lunghi un insieme variabile di quegli stessi quadrati, affiancata sul lato da un elenco di possibili arredamenti.

Inutile dirvi cosa può accadermi quando vengo invitato a trascorrere il tempo a passeggiare per l’IKEA, è praticamente un live action. Ma senza entrare troppo nel dettaglio delle mie patologie psichiatriche, dovete sapere che un tempo imprecisato fa, la succursale austriaca dell’efficiente azienda scandinava gialloblu che ha modularizzato il concetto di arredamento, o arredamentato il concetto di modulare—a seconda dei punti di vista—si era inventata questo spassoso spot in cui venivano evidenziati i prodotti aziendali usati nelle pellicole cinematografiche:

Se il mondo non fosse ricolmo di creatività, di persone con un tempo libero più o meno voluminoso e a loro volta ricolme forse di una lussuria un po’ facilona e alla mano—se mi passate il modo di dire nel trionfo del suo doppio senso più naturale—, ma non meno utile a sfuggire l’uggia quotidiana, si correrebbe il rischio di perdere preziosissime perle e devo dire che, un po’ grazie alle mie risapute attenzioni per gli articoli singolari, un po’ grazie alle mie amicizie e un po’ grazie ai social network che creano scambi continui-ossessivi—e stavolta si ringrazia la premura di Simone, amico degli anni senesi—, l’imbattermi quotidianamente nel genio è più frequente di quanto potrei anche solo sperare.

JAIC, Just Another IKEA Catalogue (ATTENZIONE! contenuti espliciti) è una pagina Tumblr che, parole più meno letterali del creatore, nasce dalla testé menzionata pubblicità austriaca e dall’essersi riavvicinato alla pornografia internettiana, dopo che la sua relazione è diventata un’ex relazione. Sono cose della vita, sì della vita in giù, diciamo.

Insomma, com’è come non è, ispirato da siffatto austriaco ingegno creativo, l’anonimo tumblrista, o quale che sia il modo per chiamare gli utenti di Tumblr, ha cominciato a spulciare i classici siti per trascorrere indimenticabili serate d’amore famigliare—eroxia; xxxaporn; tube8 e tanti altri—che raccolgono tutto quel materiale, principalmente amatoriale ma senza disdegnare importanti produzioni cinematografiche, grazie al quale “se non ti lecchi le dita godi solo a metà” [cit. nec.] e mosso da onanistico spirito goliardico e da rigoroso amore per la scienza, ha creato delle gif uniche nel loro genere, all’interno delle quali tra una copula e una manuale misurazione penica, tra un distratto scivolamento uterino e un acrobatico salto dello spermatozoo, si può ammirare come il mondo sia pieno dell’amore arredamentizio svedese. E sono certo che per la prima volta una simile operazione placherà persino i dissapori tra gli Ingegneri e gli Architetti!

Che aspettate? Correte all’IKEA, montate la vostra telecamerina e abbandonatevi ai letti disfatti, ma in tutti i casi, prima … e dopo, lavatevi le mani!
Abbiate prudore!

Note a Termine.
Mentre noi siamo qui a ridercela e a godere, le forze oscure di chi Odia sono in movimento per oscurare—egraziearcàso’oscure—il nostro mondo. Il 24 giugno scorso, l’IKEA—naturalmente finché qualcuno non deciderà di pagarmi delle lezioni di tedesco intenderò proprio fisicamente l’azienda con porte, finestre e tetto—ha pensato bene di rilasciare un’intervista al giornale Neue Westfälische, affermando di non essere per niente contenta di JAIC, e del tipo di pubblicità che una simile iniziativa possa produrre, e che i loro avvocati provvederanno a svolgere un’azione legale contro il sito e il suo proprietario. Siamo alle solite, è evidente che nemmeno in estate le persone si rendano conto di quanti click possano richiamare un paio di meloni intorno a una gocciolante banana.

autore della rubrica “Che ne sai tu di porno?”
Mostra Commenti (0)

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.