The modern magazine

Jeremy Leslie è uno dei più attenti osservatori del panorama editoriale contemporaneo. Giornalista ed art director, co-fondatore del (fu) leggendario Colophon, con all’attivo il design di riviste come Blitz e Time Out ed un gran numero di consulenze ad aziende che hanno lanciato o intendono lanciare la propria rivista—e viviamo in tempi in cui ogni marchio punta ad ottimizzare i propri investimenti pubblicitari e la cosiddetta brand awareness (il potere che ha un marchio di essere riconosciuto dal potenziale cliente: per fare un esempio quella di Apple è altissima, quella della Procter & Gamble, azienda pur enorme, non altrettanto) assoldando giornalisti, creando contenuti e veicolandoli attraverso un proprio portale di notizie o un periodico cartaceo, spesso però improvvisando, e male—dal 2006 Leslie porta avanti magCulture, sito che pubblica recensioni, news ed interviste su tutto ciò che riguarda il mondo delle riviste, sia indipendenti che mainstream.

The modern magazine, edito da Laurence King ed in uscita il prossimo settembre, è il suo primo libro, focalizzato ovviamente sul mondo delle riviste, approfondendo soprattutto il rapporto tra il design dei magazine contemporanei ed il cosiddetto giornalismo visivo, quello che—in modo particolare attraverso il web—racconta storie e riporta notizie principalmente attraverso foto, video, infografiche, gallerie di immagini.
E non serve pensarci sopra più di un istante per capire che è questo, oggi, il modello giornalistico imperante, nel bene e nel male.

Il volume ne parla attraverso quattro capitoli, Rethinking the magazine, Reinventing genres, Design x Content, Print x Digital ed una serie di interviste ai protagonisti della cosiddetta new wave dei periodici, passando da Wired a realtà di nicchia come Apartamento, dalle gastro-fanzine come Put a egg on it al nostro orgoglio nazionale: Francesco Franchi, art director di IL, il mensile de Il Sole 24 Ore.

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