Pitti84 | Jimi Roos

«Io non so disegnare» mi rivela Jimi Roos, designer del marchio che prende il suo nome. Origini svedesi ed un accento che è una strana combinazione tra la scivolosa ed aspirata parlata fiorentina e le profondità gutturali scandinave, un master in moda alle spalle e collaborazioni con artigiani fiorentini, Jimi presenta per la prima volta al Pitti la sua linea di t-shirts e di cuscini ricamati—o per meglio dire—illustrati con la macchina da cucire.

Tutto è iniziato con delle piccole tirature, appena 500 pezzi a stagione—mi spiega Cristiano Foderaro, che del marchio gestisce la parte organizzativa e di comunicazione.
«Impossibile farne di più quando si è solo in due a lavorare». Ogni t-shirt richiede almeno due ore di lavoro solo per il ricamo ed il segreto di quei particolarissimi bozzoloni—così li chiamano loro—che danno a dei semplici fili colorati l’aspetto di un disegno 3D sta tutto in un punto, ribattezzato punto rovesciato sbagliato o punto della Mattonaia—dal nome della via fiorentina dove i due hanno ufficio e laboratorio.

La collezione è molto semplice, fatta di 14 pezzi dal taglio basico, impreziositi però dalle illustrazioni ricamate e dal caratteristico tratto di Jimi, che si è inventato il punto rovesciato sbagliato per errore: «quando mi sono messo alla macchina da cucire ho confuso il dritto col rovescio e quindi questi bozzoloni caratteristici in realtà avrebbero dovuto stare sotto e non sopra».
E se lui non sa disegnare (ma se il risultato è questo mi auguro che non impari mai) chi sa farlo benissimo invece è Giuseppe Di Carlo, illustratore e graphic designer, con cui Jimi Roos ha realizzato un’installazione ed un bellissimo libro (più in basso alcune foto) dove l’inchiostro dialoga con i fili e viceversa, gli uni completando l’altro.

Da gennaio il marchio è riuscito a sviluppare un sistema di produzione industriale utilizzando macchine proprie e lavorando anche insieme ad altre aziende quindi, dopo una fase di rodaggio di un paio d’anni, dalla prossima primavera/estate Jimi Roos è pronto ad un debutto su più larga scala. Ad oggi l’unico rivenditore delle limited edition realizzate finora è il concept store fiorentino Société Anonyme e attraverso di esso, online, anche su Farfetch.
Gli acquisti arrivano principalmente dall’estero («un buon 90%» mi dicono), ma ora a livello di produzione è tutto pronto per poter soddisfare le richieste di un maggior numero di punti vendita.

Vedere una realtà nel momento esatto in cui riesce a strutturarsi e a spiccare il volo non capita tutti i giorni. Il loro prodotto è di quelli che capisci a prima vista quanto possa piacere ai buyer. Mentre sono lì a parlare con i ragazzi di Jimi Roos, è un continuo via vai di gente interessata. Cristiano mi racconta che il giorno prima hanno avuto il pienone al loro stand e, con accento toscano ben marcato, ridendo, aggiunge: «mi sa che quelli degli altri stand c’hanno pure un po’ infamato».

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