Swatch Faces: tre giorni a Venezia per festeggiare i 30 anni di Swatch

Non ci poteva essere festeggiamento migliore che vivere una Venezia caotica, artistica e festosa per celebrare degnamente i 30 anni di Swatch, brand che quest’anno è partner della 55 Esposizione D’Arte Internazionale de La Biennale di Venezia, una delle manifestazioni internazionali artistiche più importanti che si terrà nel capoluogo Veneto fino al 24 Novembre.

E proprio Swatch non si è fatto (e non ci ha fatto) mancare nulla: artisti internazionali, presentazioni esclusive, location grandiose e il percorrere a ritroso tutto quello che in questi 30 anni il brand ha creato, proposto, vissuto.
Trent’anni pieni di collaborazioni artistiche che hanno portato questo colosso dell’industria orologiera svizzera a collocarsi in una posizione di prestigio proprio perchè fin dal 1983, anno della sua nascita, ciò che il brand ha proposto è sempre stato fuori dagli schemi: la creazione di orologi in un materiale che mai nessuno prima aveva utilizzato per questo genere di accessorio (la plastica), colorati e venduti ad un prezzo accessibile a tutti.
E proprio questo concetto ha da sempre caratterizzato il fattore “antisnob” del brand (come ha sottolineato il cantante Mika durante la conferenza stampa che si è tenuta al Teatro Piccolo all’Arsenale di Venezia) che permette di avere prodotti di qualità, spesso creati da artisti di fama internazionale ad un prezzo più che ragionevole.

Infatti il binomio arte-Swatch è qualcosa che da sempre è insito nel brand e, soprattutto, che permette di conoscere a fondo la personalità, il carattere e l’umanità di ogni artista che in questi 30 anni ha collaborato con Swatch, come hanno raccontato Carlo Giordanetti, Creative Director del brand e Nick Hayek, CEO Swatch Group.
E non poteva esserci occasione migliore di questa manifestazione d’arte per presentare i tre nuovi orologi Art Special: i due creati da Takaya Goto e Leslie Chi, in arte Goto Design, che hanno creato “Blue Wild Face” e “Wild Face”, modelli total black caratterizzati da disegni multicolor ispirati all’Outsider Art e che esplorano la dicotomia della doppia personalità; mentre il modello di José Carlos Casado (come ci ha spiegato lo stesso artista spagnolo, presente a Venezia) è un’esplosione di colore che si snoda dal cinturino al quadrante, tranne che per una sezione nera presente in quest’ultimo, che vuole ricordare la necessità di prendersi del tempo off (nome, non a caso, del modello di Casado): 5 secondi ogni minuto, 5 minuti ogni ora, per fare qualcosa di completamente diverso.

Anche l’immagine multicolore che caratterizza l’orologio ha un preciso significato, infatti Casado ha utilizzato la tecnologia 3D per inventare una nuova realtà, creando l’immagine di una pelle che è stata estesa fino ai limiti del computer fornendo una distorsione estrema.
Un’edizione limitata composta da 888 confezioni speciali che possono essere acquistate solo negli store Swatch di Venezia e che hanno al loro interno un acquarello unico composto dallo stesso artista, mentre altri 8.000 pezzi saranno distribuiti da negozi Swatch di tutto il mondo.
A completare il lavoro di Casado c’è, inoltre, una speciale applicazione, che combina la situazione fisica con un elemento virtuale: scansionando, infatti, il quadrante di “OFF” si può accedere alla dimensione tridimensionale dell’opera d’arte.

José Casado ha avuto anche l’opportunità di vivere per sei mesi al The Swatch Art Peace Hotel , centro nevralgico dell’arte contemporanea di Shangai, un edificio completamente ristrutturato dal brand e che ospita (per un periodo massimo di sei mesi) artisti provenienti da tutto il mondo, che qui possono incontrarsi, condividere la loro esperienza artistica e confrontarsi, in un ambiente esclusivo, lussuoso ed unico.

Proprio nei Giardini de “La Biennale” di Venezia, precisamente nello “Swatch booth”, abbiamo potuto leggere alcune delle storie e dei profili di 16 artisti che hanno vissuto all’Art Peace Hotel di Shangai, come Luca Forcucci (italo-svizzero), Ellen Shang (cinese), Kitty Von-Sometime (britannica), Marc Schmitz (tedesco) e Alexander T.Oleksyn (americano-austriaco) per poi visitare la Biennale di Venezia, le cui opere d’arte rimandano ad un senso di inquietudine come, per dirne alcuni, le bambole trovate sotto il letto di Morton Bartlett dopo la sua morte, che lui accudiva in maniera ossessiva; o la tristezza insita nei ritratti di Nikolay Bakharev, il quale aveva una vera e propria passione nel fotografare famiglie di sconosciuti, nonostante lui fosse stato abbandonato dai genitori all’età di 4 anni; o le fotografie di Kohei Yoshiyuki, artista che tra il 1971 e il 1979 scattò dozzine di foto in tre parchi di Tokyo ai cosiddetti “guardoni” (che spesso non si limitavano solo a guardare).

Il brand, inoltre, è presente anche presso l’Arsenale, dove è stato allestito lo “Swatch Wall”: un muro sul quale sono presenti le immagini di 30 persone (famose e non) nate nel 1983, nel 1953 e nel 1923, ognuna con il proprio Swatch preferito.
E cosa non può davvero mancare per festeggiare degnamente un compleanno? Un party, of course.

Così, tra le luci della Compagnia della Vela nell’Isola di San Giorgio, non ci siamo davvero fatti mancare niente: maschere-orologio, cocktail creati ad hoc per la serata (come lo Swatch cocktail), dj set di Ed Macfarlane, performance di Mr He Hong Qing, invitati d’eccezione (come Cristina Parodi, Victoria Cabello, Mika, Agatha Ruiz de la Prada ed Eva Riccobono) una colorata esposizione degli Swatch Art Special e un ritorno in Hotel con una limo-boat guidata a tutta velocità da un simpatico signore che, giustamente, voleva solo andare a dormire.

Ah, dimenticavo la macchina per fare le fototessere, ma diciamo che io, Pierpaolo (di Wait! Magazine) e Caterina (di Blogosfere) non l’abbiamo usata poi così tanto…

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