7am | Giuseppe Marano

7 foto e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Giuseppe Marano (qui altri suoi lavori).

Ciao Giuseppe, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ciao, ho 30 anni e sono di Misterbianco, un paese della provincia di Catania. Ho preso in mano la prima macchina fotografica nel 2007, ma ho cominciato a farne un uso “cosciente” solo a partire dal 2009.

La tua attrezzatura?
Lavoro prevalentemente con delle macchine digitali Canon (EOS 5D e 5D MKII) e ottiche fisse, ma da qualche mese mi sono aperto al mondo dell’analogico e ho iniziato a scattare con una Yashica MAT 124 G, una Polaroid SX 70 e una meravigliosa Voigtlander del 1950.
Sono tutti formati diversi tra di loro e per quanto non sia un tipo legato al mezzo tecnico, amo sperimentare modi diversi di fare fotografia. Non ho mai voluto dare adito alle diatribe tra il mondo del digitale e quello dell’analogico dato che credo che la cosa più importante sia il messaggio, quello che si ha da dire, ma della pellicola amo la lentezza e la possibilità di scegliere a priori.
La post produzione ultimamente mi da la sensazione di ingannare, di raccontare in maniera falsata, mentre l’analogico da questo punto di vista è più “puro”.

Cosa fai quando non fai foto?
In realtà non credo di smettere mai di fare foto. Credo sia la caratteristica di chi vive come la fotografia: non solo un mestiere, ma un modo di vivere, di osservare la realtà.
Nel tempo libero comunque amo leggere spaziando dalla fotografia alla filosofia e alla psicologia. Anche la musica per me ha un posto speciale, perché è da questa che spesso traggo l’ispirazione per i miei lavori.

Descrivimi la tua stanza.
La mia stanza non esiste più da quando ho iniziato a viaggiare, ma esiste un mio spazio che è fatto di tutto ciò che mi serve per lavorare e studiare. In quella ideale ci devono essere tantissimi libri, macchine fotografiche, musica e oggetti vintage.

La tua macchina fotografica pesa quanto…
La mia macchina fotografica pesa sempre meno. Nel tempo ho sempre più ridotto gli ingombri. Amo viaggiare leggero e libero di muovermi con facilità. Quando non esco per lavoro o per dei progetti personali, porto con me solo il mio iPhone: mi permette di registare quello che attira la mia curiosità in modo discreto, senza attirare su di me le attenzioni.

Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Into the Wild, di Sean Penn

Un fotografo/a (possibilmente italiano) che mi consigli di tener d’occhio?
Sicuramente Paolo Ciregia che ho conosciuto un anno fa in Sicilia e che stimo davvero tanto e Deborah Lo Castro, una bravissima fotografa che secondo me ha tanto da dire.

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.