Salvare il mondo in calzamaglia

Essi esistono, e sono fra noi. Si aggirano nelle notti buie delle grandi metropoli fasciati in tutine aderenti per difendere i cittadini dalle forze del male. Non hanno forse lo stesso fascino di Superman e la stessa agilità di Spiderman, ma hanno lo stesso innato senso della giustizia e un coraggio forse anche più grande (sono bravi tutti a lottare contro il male se i proiettili ti rimbalzano contro il torace).
All’estero sono un fenomeno affermato da tempo, e dopo l’ormai ormai celeberrimo caso del Batman di Isernia, i supereroi-fai-da-te stanno cominciando ad uscire allo scoperto un po’ più di frequente anche qui da noi. Ma c’è chi li studia approfonditamente sin dai tempi in cui erano ancora in pochi a combattere le forze del male. Parliamo di Silvestro Ferrara, giovane autore di Supergiusti, Supertosti, Superveri, la prima monografia approfondita dedicata ai real-life superheroes.

Prima di tutto, una domanda ovvia: come e perché un libro sui supereroi? Quelli di cui parli sono real-life superheroes, supereroi veri e propri, non cosplayers che si limitano a vestirsi come personaggi dei fumetti.

Le ragioni del libro, infatti, stanno proprio in questa differenza. I supereroi di cui mi sono occupato non sono quelli del cinema e dei fumetti, dei quali ormai si sa tutto, e nemmeno fanatici che li imitano nei recinti sicuri di qualche convention. Sono invece uomini e donne che, a proprio rischio e pericolo, hanno scelto di combattere il crimine, quello vero, infilati in una tutina aderente. Molti di loro si sono resi protagonisti di vicende tragicomiche, al limite dell’incredibile, che ho raccolto in due anni di ricerche, sia su prestigiose testate internazionali, che su oscuri giornali di provincia.

Silvestro Ferrara
Cosa spinge secondo te uomini e donne comuni a decidere di affrontare il crimine vestiti in calzamaglia? Perché non scegliere l’arruolamento nelle forze dell’ordine regolari, o che so, il volontariato?

Le motivazioni, caso per caso, possono essere molto diverse, ma mi sembra non manchino mai una serie di costanti, come un senso della giustizia prepotente, un pizzico di esibizionismo e una dose di sana follia, variamente combinate.
Per chi sente di avere un potere o una missione straordinaria, l’arruolamento e il volontariato sarebbero vissuti come una diminutio. Del resto, essere un supereroe non significa soltanto combattere il crimine o aiutare il prossimo, ma soprattutto riuscire a ispirare, a risvegliare in ciascuno la fiducia nelle proprie possibilità. È in questo che la calzamaglia e la maschera diventano essenziali, come dimostra ogni ragazzino che appende nella sua stanza un poster dell’Uomo Ragno, ma che difficilmente farebbe lo stesso con un calendario dei carabinieri.
Un altro aspetto da considerare è che le forze dell’ordine sono il braccio armato della Legge, mentre i supereroi si sentono al servizio diretto della Giustizia, un ideale a cui spesso le leggi e gli organi dello Stato sembrano incapaci di ispirarsi. Fino a pochi anni fa, per esempio, a Londra era attivo un supereroe che aveva dichiarato guerra proprio ai vigili urbani e, armato di smerigliatrice, segava via le ganasce alle auto sequestrate, evitando agli automobilisti di pagare multe che lui riteneva ingiuste. La gente, inutile dirlo, era tutta dalla sua parte.

Quali sono i requisiti fondamentali che un supereroe dovrebbe avere?

Un vero supereroe dovrebbe avere innanzitutto, come i colleghi dei fumetti, un nome e un costume che facciano di lui un simbolo, insieme a una missione nobile, cui dedicarsi con coraggio e costanza. In assenza di superpoteri, poi, bisogna sempre poter contare su un arsenale ben assortito di armi e gadget artigianali, come candelotti fumogeni, spray all’urina o cannoni spara-patate. Per avere qualche chance in più di evitare la galera, è fondamentale uno studio matto e disperatissimo del codice penale, anche a costo di ingobbirsi e perdere qualche diottria su tomi stampati in corpo minuscolo. L’ultimo requisito, almeno per chi ha a cuore il pubblico decoro, è un fisico atletico, se non altro per risparmiare ai cittadini la vista di aderenze poco gradevoli su pance e sederi.

Laser Skater
Nel tuo libro parli anche dei supercattivi.

E come farseli mancare? I più implacabili sono proprio ex-supereroi, con una carriera fallita alle spalle e che, frustrati da una lunga serie di insuccessi, hanno ceduto al risveglio del loro lato oscuro. Scelgono nomi e costumi che incutono paura, poi riversano in rete deliranti video-comunicati di minaccia. Non hanno ancora calato nessun supereroe in una vasca di squali, ma in compenso si dimostrano imbattibili nelle molestie telefoniche notturne.

SuperBarrio
Qual è il tuo real-life superhero preferito?

Con molti di loro ci uscirei volentieri la sera, ma il mio preferito in assoluto è probabilmente SuperBarrio, un supereroe messicano che ha difeso il diritto alla casa di centinaia di famiglie, che ha impedito sgomberi e sfratti ingiusti, ispirando sollevazioni popolari contro gli amministratori corrotti.
Dal punto di vista squisitamente umano, invece, faccio il tifo per Black Void, un paladino inglese con gravi problemi di meteorismo, che per questo ha qualche difficoltà a farsi prendere sul serio, e persino ad appostarsi senza essere scoperto.

E tu, quale superpotere vorresti avere?

Mi accontenterei volentieri anche di un superpotere modesto, tipo trasformare i proiettili dei nemici in orsetti gommosi.

Phoenix Jones
Sei un giovane scrittore che pubblica un libro con una casa editrice appena nata: non ti senti un po’ supereroe anche tu?

La parte difficile, per me, è sempre stata conciliare i tempi della scrittura con quelli della vita e del lavoro. Però alla fine, quando il libro va in stampa, posso tornare a respirare. I veri supereroi, piuttosto, sono gli editori indipendenti, che in un mercato sempre più povero e dominato dai grandi gruppi, sono chiamati ogni giorno a sfide più difficili. Per come mi hanno supportato in ogni fase di questo progetto, posso dire che i ragazzi di CaratteriMobili sono davvero straordinari: meglio dei Fantastici Quattro.

I supereroi secondo te possono davvero cambiare il mondo?

I supereroi possono lanciare un messaggio, possono ispirare. Poi cambiare il mondo spetta sempre a noi.

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