Concorso Best Book | Prima edizione 2013

Davide Calì non finisce mai di stupirmi. Oltre a scrivere articoli per Frizzifrizzi, resta in primis un prolifico editore per ragazzi con la voglia di fare la differenza in un settore che a volte non va come dovrebbe, tra editori che si approfittano di giovani talenti o case editrici che chiedono soldi per poter pubblicare (argomento che ha già toccato, in passato, con due post che hanno riscosso molto successo: Non è stato previsto un budget e Non solo non è stato previsto un budget ma ci devi anche dei soldi).
Davide, insieme a Kite edizioni, ha ideato il Concorso Best Book 2013, che permetterà ad un illustratore/trice di lavorare come un vero professionista, cioè di pubblicare un libro con un contratto vero e proprio, con anticipo e royalties.
Leggete l’intervista fatta a Davide per capire come fare per partecipare.

Ciao Davide, perché hai deciso di lanciarti nel concorso Best Book? Come è nata la collaborazione con Kite edizioni?

Ho incontrato Valentina Mai di Campass, che poi si è fusa con Kite, un paio di estati fa, al Picnic Festival di Reggio Emilia.
Ci siamo trovati molto semplicemente a chiacchierare sul prato. Era la prima volta che parlavamo anche se ci eravamo già incrociati di sfuggita alla Fiera Internazionale del Libro di Bologna. Mi ha chiesto se avevo voglia di mandarle qualche storia da allora abbiamo iniziato a collaborare. Ripensandoci mi dico che le collaborazioni dovrebbero cominciare sempre così, chiacchierando su un prato.
Con Kite ho prodotto da poco un’APP illustrata da me – Each to his own che trovate qui – e a breve escono Io, Qinuq, illustrato da Leire Salaberria e La regina delle rane non può bagnarsi i piedi, illustrato da Marco Somà, che Kite ha acquistato dal Portogallo dove il libro è uscito originariamente.

Abbiamo in corso di versi progetti e la collaborazione, che dai libri si è estesa alle APP, si sta ulteriormente allargando ad altre cose.
Valentina è molto ricettiva, e lo è anche Caterina Arcaro, fondatrice di Kite, che ho incontrato solo più tardi, a Parigi. L’idea del concorso è mia, ma in realtà ci stavano pensando anche loro, quindi siamo stati subito d’accordo.
Il perché del concorso? Nell’ultimo anno e mezzo mi sono dato da fare per integrare il più possibile ciò che faccio nei workshop con informazioni di pubblica lettura, rivolte ai giovani illustratori. Ho pensato che un concorso potesse essere un buon modo per far emergere i giovani illustratori di talento e per noi un ottimo mezzo per avere sempre un occhio sul nuovo.

Questo concorso si differenzia da altri per il tipo di premio: un contratto da vero/a illustratore/trice professionista, con anticipo e royalties. Perché avete optato per questo tipo di compenso a mio parere davvero interessante?

La maggior parte dei concorsi anziché dare soldi ne chiede e quando il premio è un libro edito lo è quasi sempre a spese dell’illustratore, che si impegna a fornire il lavoro rinunciando al compenso. Personalmente mi sono stufato di questo genere di cose che considero molto “all’italiana”.
Se uno vince un concorso e secondo l’editore merita di fare un libro che ritiene commerciale, deve pagarlo come un professionista. Spero che il concorso apra gli occhi a tutti quegli illustratori affamati di ribalta che pur di apparire su un catalogo o di fare un libro sono disposti a pagare o lavorare gratis.
E’ un sistema sbagliato, che alimenta un mercato falso e impedisce al vero talento di venire fuori. Soprattutto consente ad alcuni di condurre un’attività editoriale basandosi sul lavoro gratuito del prossimo.

Ho letto nel bando che illustratori/trici con più stili possono partecipare con più invii. Quali sono i requisiti tecnici che devono avere le opere? Fino a quando possono inviarli?

La scadenza è il 31 agosto 2013. I book devono essere inviati in formato PDF.
La cosa essenziale di un book è che sia uniforme. Non mi stancherò mai di dire, anche se l’ho ripetuto in diversi articoli, che un book pieno di pezzetti diversi non serve nulla, dà un’idea confusa di ciò che l’illustratore sa fare. Il concorso richiede quindi 10 tavole nello stesso stile.
Un’altra cosa che ripeto sempre è che mostrare un book è come chiedere un prestito in banca per comprare la casa: la banca ti presta i soldi se ha la garanzia che tu glieli restituisca e per avere questa garanzia devi dimostrare di avere un lavoro o soldi da parte, perché il valore dell’immobile che stai comprando non basta da sé.
Quando fai vedere un book chiedi un prestito di fiducia, stai dicendo: questo è quello che so fare e so farlo davvero. Il modo migliore per dimostrare di saper affrontare un libro di 24 tavole, che immancabilmente, per quanto vi sembrino poche, a qualsiasi illustratore – anche già affermato – porta ad almeno un punto di crisi, è riuscire già da principio a fare 10 tavole con lo stesso stile ed è ciò che il concorso richiede.
Per gli illustratori che padroneggiano più stili, abbiamo lasciato la possibilità di effettuare più invii, però ogni singolo invio dovrà rispettare la regola: 10 tavole nello stesso stile.

Il concorso è aperto a tutti gli/le illustratori/trici di ogni cittadinanza nati dopo il 31 dicembre 1983. Perché avete messo questo limite?

Eravamo d’accordo nell’idea di rivolgere il concorso ai giovani inediti e penso che 30 anni fosse un limite ragionevole.

Come e quando annuncerete il vincitore?

Sai che non lo so?
Penso che seguiremo la medesima modalità con cui abbiamo diffuso il bando: il sito dell’editore Kite e vari blog che ci hanno gentilmente ospitato, come Frizzifrizzi.

Al momento cominciano ad arrivare i book quindi non so prevedere cosa faremo. Penso che innanzi tutto ci tocchi esaminarli tutti!
Forse si potrebbe fare una piccola rassegna del materiale ricevuto, vedremo.
Quanto alla data, il bando dice prima della Fiera di Francoforte, che quest’anno comincia il 9 ottobre. Quindi penso che ai primi di ottobre avrete il responso!

Che tipo di lavori vorresti ricevere? Hai qualche consiglio da dare a tutti gli illustratori che vogliono partecipare?

Bella domanda! Francamente non lo so.
Non è corretto condizionare i partecipanti. Ognuno deve essere sé stesso. Penso che il lavoro del vincitore debba essere uniforme, interessante, non già visto. Insomma, i requisiti base richiesti per realizzare un libro.
Se non ci sarà nessun book adeguato, non ci saranno vincitori. Se ce ne saranno più di uno, penso che sceglieremo quello più adatto alle esigenze editoriali di Kite e più compatibile con la mia narrativa visto che per il book vincitore scriverò una storia su misura.
Come consiglio potrei giusto darne uno banale ma molto utile: nel PDF mettete il vostro nome e i dati. Non avete idea di quanta gente mandi materiale per e-mail senza includere il suo indirizzo nei files!
Un altro consiglio è di studiarsi il catalogo Kite e i miei libri. Penso che in troppi illustratori dimentichino che i libri illustrati non sono solo raccolte di bei disegni ma progetti complessi. Ogni editore è peculiare, nelle sue scelte, ed è inutile spedire il proprio lavoro in giro a caso. Come autore poi ricevo spesso richieste di storie da parte di persone che non conoscono minimamente il mio lavoro, il che è imbarazzante.

La gente mi dice, vorrei tanto lavorare con te! Al che chiedo: quanti libri miei hai letto? Quale ti è piaciuto? La risposta che ricevo mediamente è: nessuno, ma so che sei molto bravo.
Così non va. Presentarsi a un editore o a un autore con il proprio book deve essere come presentarsi al provino per suonare coi Black Sabbath. Devi saper fare tutti i loro pezzi e saperli fare bene. Non basta saper suonare. Devi saper suonare i Black Sabbath.

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