M’importa una sega

“Eh no! Meglio d’una sega ‘un c’è nulla”
Nido del Cuculo

“Del porno non si butta via niente”
@boccaccino

Arrivo con poco più di una settimana di ritardo – e con la morte nel cuore – per non aver potuto godere della diretta e per essere stato impossibilitato a parlarvi degli AVN Awards 2013, trentesima edizione della notte degli Oscar del porno svoltasi il 19 gennaio a Los Angeles, che ha proclamato, tra gli altri premi, la nippommerigana Asa Akira Miglior attrice dell’anno.
Per cui credetemi, lo giuro, io non volevo, NON VOLEVO, parlare di quest’argomento.
Mi ci avete costretto VOI, che avete fatto finire tutti NOI alla gogna mediatica con le vostre pessime abitudini.

Vi piace frustarvi il barbagallo [cit.], vero? Ecco i risultati.
YouPorn ha dichiarato 4,85 miliardi di visite nel 2012 e l’Italia, dopo USA, Germania e Francia, è al QUARTO posto mondiale con trecentonovantunomilioni (circa) di visite, con Milano e Roma a far da capilista assoluti.
Ora, a parte che questi dati si riferiscono solo a YouPorn e gli italiani fanno finta di conoscere solo quello perché sono pigri pure a trastullarsi, a parte che tutti ‘sti giornali italiani hanno scritto una scemenza, perché YouPorn non è nemmeno il più grande dei siti in questione e Xvideos ne avrebbe da raccontare ben di più e non so mica se lì ce la facciamo noi la nomea degli smargiassi dell’amore solitario e a parte che magari adesso venite a insegnare al babbo a fare i figlioli [cit.nec], venendomi a dire che in quei trecentonovantunomilioni c’è un venticinque percento di donne che si sdituppa la fragolina – bravi paraculi -, resta il fatto che in meno di cinquant’anni, a furia di consumarvelo, ci avete fatto diventare da Vitelloni a Segaioli. Grazie tante.

Ma poi davvero, perché YouPorn?
Su YouPorn si prendono i virus al pc, non lo sapete? Tipo quello in cui il computer è bloccato da un foglio digitale farlocco della polizia postale e dovete pagare soldoni se volete riprenderne il controllo, oppure installare un antivirus specifico.
Ma bando all’informatica e torniamo a noi, amici del cinque contro uno, del resto è possibile trovare al giorno d’oggi almeno un ottimo palliativo. La scienza pornocrate ha infatti sviluppato tutta una serie di ninnoli che alla bisogna possono essere utilizzati per titillarsi, mostrando anche in alcuni video – naturalmente didattici – l’utilizzo, piuttosto semplice peraltro, di codesti accessori.

Si dice che una simile spinta creativa sia stata offerta dall’abitudine di infilare il vostro longilineo ciclope dentro il cartone della carta igienica, per darvi sensibili differenti impressioni, a sua volta evoluzione della famosissima fettina di carne e, ancora, del sedersi sopra la mano del piacere fino a perderne il tatto e poi giù a regalare, con occhi semi chiusi, nomi nuovi – femminili o maschili – a quell’appendice ditata così vostra eppure così estranea.

Com’è come non è, fatto sta che l’epoca moderna gode dei Fleshlights, ergonomici tubi, di forma e foggia varie, rivestiti internamente da Real Feel Superskin, un morbido e accogliente materiale da accoppiamento, coperto da segreto di produzione ancor meglio della formula della CocaCola. Questi torcioni dell’amore accuratamente lubrificati con appositi gel, possono sostituire in casi di necessità impellente, Manola o Federica o Veronica, o quale che sia il suo vero nome.

Persino le forme esterne degli ingressi al pertugio mostrano creatività, fino ai più grotteschi che si vantano di assomigliare a una delle paradisiache porte rosee (e il plurale è d’uopo, perché qui non si parla solo di fossuccia ciprina) di questa o quell’altra pornostar.

Ecco perciò che il titolo, anche nel suo sciorinarsi in articolo – ho fatto la rima – è interpretabile sia come risposta perentoria di lingua toscanica, sia come necessità assolutista, ma con l’aggiunta di un punto interrogativo potrebbe anche essere una formale richiesta commerciale.
E non sono solo io a dirlo.

Basti pensare che secondo la mitologia egizia è grazie all’autoerotismo di Atum, il dio creatore, se è successo tutto quel che è successo, se siamo al punto in cui siamo.
Ché io me lo immagino ‘sto dio totalmente antropomorfo, senza nemmeno un’anticchia di animalità tipica dell’ambiente egizio, seduto sul suo trono in mezzo alla massa liquida del nulla, che guarda con la coda dell’occhio prima da una parte e poi dall’altra e, non vedendo nessuno in giro, senza nemmeno appendere il do not disturb, giù a, fap fap fap (onomatopea credo inventata dai fumettisti hentai giapponesi), farsi rasponi eiaculando come se piovesse, da cui pare sia nato il detto “come Dio la manda”.

Per non parlare della favola di Pinocchio, in cui c’è il protagonista che diventa bambino a colpi di sega e buone azioni. Hai voglia a dire: guarda che diventi cieco, guarda che ti casca; ti vengono i calli nelle mani e poi la gente ti riconosce per strada; occhio che ti vengono i brufoli anche dietro le orecchie; se non stai attento ti cresce un tricorno in fronte. Non basta nulla. Non può bastare.

A salvarvi in corner, figli di Onan, arriva in settimana una notiziona dall’Inghilterra, cioè dal paese che tra quelli che si sbucciano la banana guardando YouPorn è al quinto posto (ma con ben 150.000 visite in meno rispetto all’Italia). Qui, nella località di Blackburn, Kenneth Guillespie, un senza tetto di sessantaquattro anni in stato di ubriachezza e con una gran voglia de scopà, è stato trovato a braghe calate nella neve dopo aver tentato di appizzarlo – non si sa bene dove – a un pupazzo di neve costruito dai bambini del paese. Quel che si sa è che all’arrivo in ospedale aveva il trapano di carne completamente tumefatto e congelato dal freddo.
E giacché siamo tutti compagni nella disperazione almeno stringiamoci la mano.
Sì, però non quella, l’altra.
Abbiate prudore!

autore della rubrica “Che ne sai tu di porno?”
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