Sunday, Back Home | la vita di un libro dipende da te

«Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna o De cosa spussa l’acido cloridrico, per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole» scrive Natalia Ginsburg nel suo celeberrimo romanzo autobiografico Lessico Famigliare, dando la miglior definizione dell’espressione che è poi diventata il titolo del suo libro.

Un lessico famigliare è quel gergo, quell’insieme di parole, tic verbali, dialetto, fonetica storpiata, neologismi inventati e spesso onomatopeici e che vive – spesso immutato nel tempo – all’interno di un nucleo famigliare. Il lessico famigliare è fatto di voci, di ritmi e di silenzi; di memorie condivise; è un ipertesto, che si sviluppa nel presente ma rimanda continuamente al passato; nel suo DNA c’è la storia di una famiglia ma anche frammenti di lessici famigliari precedenti, ereditati esattamente come un casa al mare o la predisposizione al diabete o all’infarto.

Guardando le foto di Milo Montelli (che abbiamo già avuto il piacere di ospitare nella nostra rubrica 7am) e soprattutto il suo progetto Sunday, Back Home, l’impressione che ho avuto è stata quella di trovarmi di fronte ad un lessico famigliare in forma di fotografie. E dopotutto la genesi della serie è proprio un “ritorno a casa”, quello di uno studente universitario che ogni domenica prende il treno e si muove nello spazio ma soprattutto nel tempo, tornando in mezzo ai luoghi della sua infanzia e giovinezza, esplorandone e confermandone attraverso gli scatti fotografici i cambiamenti e le immutabilità.
Se una foto vale più di 1000 parole, quelle di Milo valgono più di 1000 silenzi. Silenzi, però, riempiti dalle voci – famigliari, casalinghe, rassicuranti – che arrivano dal passato.

Sunday Back Home è anche un libro. O meglio: forse lo diventerà, ma questo dipende da te perché verrà (auto)prodotto solo in caso di raggiungimento del budget – e sappiamo tutti quanto sia dura, qua in Italia, riuscire a finanziare un proprio progetto tramite il crowd-funding.
Quindi ti chiedo un favore: se non hai voglia di spendere quei 25€ per il libro di Milo (ma mi auguro che tu lo faccia!) almeno condividi questa pagina con i tuoi amici: qualcuno interessato alla magia silenziosa del passato, che torna dentro ad una fotografia, c’è sempre.

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