7am | Alessandro Bioletti


7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Alessandro Bioletti (qui il suo Tumblr).

Ciao Alessandro, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Ciao, sono di Torino e sono nato il 21/8/1986, ancora per poco avrò 25 anni.
Come tanti illustratori disegno da quando ancora bevevo il latte dal seno di mia madre, ma come vera professione, mi pare da circa 5 anni.
Una professione che non si capisce mai se lo sia o no, stando qui in Italia, un senso di vergogna aleggia sempre un po’ nell’aria quando si parla di questa professione. Fortunatamente bazzicando spesso in Giappone, negli anni la mia idea di cosa sia e come si faccia l’illustratore è stata piano piano chiarificata.
E’ stato un giovamento anche per la mia autostima.

Matita o penna grafica?
Tutte e due. Ci tengo sempre molto a dire che avendo fatto degli studi d’arte classica so usare i pennelli (amo molto l’acquerello e l’acrilico) ma gira e rigira per motivi di tempo sono sempre a colorare con il computer!!
Non che sia un tipo super impegnato ma ho la necessità, quando creo un illustrazione, di farla in poco tempo perché mentre la sto disegnando penso subito ad una nuova! Un disastro!
Mi trovo spesso con più di 3 o 4 progetti accavallati… ad esempio adesso, sto facendo il mio nuovo sito più quello del mio studio, varie illustrazioni, 1 scultura… Presto farò 2 orologi… ripeto, un disastro!

Cosa fai quando non disegni?
Quando non disegno cerco di passare il tempo con la mia compagna, studio giapponese, mi bevo una bella tazza di caffè americano, di tè verde o una tisana, vado in bici, imparo a fare vasi di ceramica.
Tante belle cose, ma a dirti la verità sono sempre con sta benedetta matita in mano.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Quella dello studio ha le solite cose per disegnare… e tanto casino!
Su un altro piano, non inclinato, ho un mac con la tavoletta grafica.
Se faccio qualcosa a casa invece, quando finisco un illustrazione mi metto sempre d’impegno per rimettere tutto quello che ho usato in ordire, se non lo faccio la mia compagna mi sgrida.

Un disegno pesa quanto…
Pesa quanto un foglio… quando è finito.
Pesa molto, moltissimo nella fase di creazione.
Quando non riesci a far uscire dalle mani quello che hai nella testa.
Pesa quando sbagli e non puoi ritornare indietro.
Quando al cliente non è piaciuto.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Mi piacerebbe disegnare i grandi classici, come “La divina commedia” o “L’odissea”.
Anche i libri per ragazzi come “L’isola del tesoro” di Stevenson.
I films di Woody Allen mi piacciono molto, ma più che un poster per un film vorrei fare dei poster per il teatro o per l’opera!
Ne vedo tanti ma pochi mi colpiscono, soprattutto quelli del teatro… con una bella illustrazione si risolverebbe il problema!

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
A dirti non ce ne nessuno che voi non abbiate già intervistato!
Recentemente di italiani ho apprezzato, Riccardo Guasco mi è piaciuto molto e Mauro Gatti; quest’ultimo forse più vicino alla mia sensibilità
Poi ci sono quelli esteri ma sono tanti! Te ne posso consigliare 3 giapponesi…
Il mio papà adottivo, Nakajima Taii 中島太意.
Un mio amico Jun Oson, ジュン・オソン.
E un altro che stimo, Inotaka Yuki 伊野孝行.

Un messaggio

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