7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Enyou.
Ciao Enyou, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ho 23 anni e sono di Salerno, attualmente residente a Roma.
Potrei barare e rispondere che scatto foto da una vita, ma la verità è che ho cominciato a prendere sul serio la fotografia solo un paio di anni fa, quando mi sono decisa finalmente a comprare la mia prima reflex digitale.
La tua attrezzatura?
Ho una Canon 1000D con cui scatto quando voglio andare sul “sicuro”, ma il mio vero amore, e spesso motivo per cui mi danno l’esistenza, è l’analogico. La macchina a pellicola che uso di più è una vecchia Canon At-1, ereditata da mio padre, e quando posso e i fondi lo permettono mi diverto con la mia polaroid Sx-70.
Cosa fai quando non fai foto?
Leggo, vedo una marea di film, cosa che ultimamente si sta trasformando in una delle mie principali fonti di ispirazione; faccio shopping, corro.
Ah, in teoria studio.
Descrivimi la tua stanza.
La mia stanza è uno strano incrocio tra una camera da letto e un salotto, con una enorme libreria dall’aria antica e un altrettanto “vintage” tavolo rotondo di legno, non molto pratico per studiare o usare il pc ma sicuramente molto fotogenico. Ho una bella finestra luminosa, un paio di cactus, vestiti sparsi sempre e ovunque, e qualche foto alla parete.
La tua macchina fotografica pesa quanto…
Quanto basta per non portarla in giro spesso quanto dovrei, anche se i buoni propositi ci sono tutti.
Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Se fosse un film direi “Il giardino delle vergini suicide”, o anche “Lost in translation”, ma sono tanti i film che sento in qualche modo affini al mio stile.
In quanto al libro, forse “Lolita”; lei è una figura che non finirà mai di affascinarmi.
Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
I nomi da fare sarebbero tanti, comunque direi Martina Falchetti. E’ davvero bravissima.