Hiro | SS2012

Hiro è il diminutivo di Hiroshi Sueyasu, giapponese, classe 1976, fondatore dell’omonimo marchio che ha debuttato otto anni or sono a Londra per poi tornarsene in Giappone ed installarsi in quel di Harajuku, entrando a far parte di quella new wave street che da Tokyo ha inondato mezzo mondo (della moda) e contribuito a rendere più fertili i terroir dai quali anche qui in occidente, se coltivati bene, nasceranno i fashion designers del futuro.
Come per molti della sua generazione la tavolozza di ispirazioni a disposizione di Hiroshi è sterminata, la subculture giovanili essendo un serbatoio pressoché illimitato per combinazioni, intersezioni sulle quali giocare di moltiplicazione – strato su strato, concettualmente ma anche letteralmente – o sottrazione – decomponendo i simboli, lasciando solo gli opposti – come nel meraviglioso pasticcio della collezione SS2012, tra parca e psichedelica, fiori e pattern stile kefiah (parentesi #losapevate?: il motivo tipico della kefiah pare arrivi direttamente dall’antica Mesopotamia e gli “scacchietti” stanno a simboleggiare pesci stilizzati o spighe di grano. In sintesi, abbondanza e fertilità), loghi metal e tartan, giacche a vento e schizzi di vernice su jeans oversize tagliati al ginocchio stile hip-hop d’annata, stampe animalier e spillette, oltre ad illustrazioni Boscheggianti che saccheggiano il catalogo di freaks e malati mentali della celeberrima fotografa americana Diane Arbus, musa a posteriori dell’intera collezione – intitolata non a caso Monster Madness.

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