Marwood | FW2011/12

È ovvio che bisogna studiare, ma perché non portare acqua al proprio mulino tramite dei, diciamo, escamotage/assi nella manica/minuscoli passepartout?
Non ci vedo niente di male.
Se un professore ama l’artigianalità, perché non indossare il giorno dell’esame una collana con le matite?
E se, per caso, ci trovassimo davanti ad una professoressa d’arte innamorata di ogni qualsivoglia tipo di fiocco, perché non indossarne uno gigante, giallo, a pois?
È anche un modo educato per far capire di aver compreso il lato più profondo del loro carattere, credo.
Però, per il mio prossimo esame, mi trovo davanti ad un enorme problema, e questo enorme problema ha due nomi: cravatte e papillon.

Non starò qui a spiegarvi chi è il mio professore (un Baudelaire de’ noantri), né come si veste (panciotti/camicie di ottima fattura/fiore all’occhiello/papillon colorati), ma ho tutte le intenzioni di renderlo felice. Studiando, ovvio, e sfoggiando il re dei papillon (o la regina delle cravatte, devo ancora decidere).
E così girando e rigirando sul web mi sono imbattuta in Marwood, brand nato da poco (la prima collezione risale a Gennaio 2011) ma che avuto fin da subito un grande riscontro nel Regno Unito, in Giappone, ad Hong Kong e a New York, soprattutto perché si parla di stoffe pregiate (proprio come quelle che si utilizzavano nell’800 tra i dandies londinesi) e perché il tutto viene fatto, neanche a dirlo, a mano.

Ricami minuziosi e la tradizione di un tempo si notano in ogni cravatta e in ogni papillon, ma leggendo il blog (Marwood è nato inizialmente come un blog, nel quale si poteva spiare il dietro le quinte delle varie realizzazioni) ho notato che creano, inoltre, delle candide sciarpe bianche con tocchi di colore inaspettati, da utilizzare anche come ampi scialli.
È ovvio che la prima cosa che ho guardato sono stati i punti vendita, et voilà: Giappone e Londra; meno male che ho amici giramondo.

P.s= Marwood, se passo l’esame ti dedico una poesia di Charles (o di Leopardi, come preferisci).

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