7am | Jacopo Oliveri

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Jacopo Oliveri.

Ciao Jacopo, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Ciao ciao, sono Jacopo Oliveri ma da quando ho aperto il mio blog le persone mi conoscono come Fatomale. Vengo dalla freddissima, vecchissima e supermarittima città di Genova, sì, proprio la città dove sono stati tutti almeno una volta all’acquario.
Ho 23 anni e sto facendo un master ad Amburgo. Chiedermi da quanto faccio l’illustratore è una cosa molto complicata, perché dipende dalla concezione che ognuno ha del lavoro dell’illustratore; per esempio, se devo pensare alle volte che sono stato pagato per fare qualcosa e le volte che l’ho fatto per me stesso o per qualcun altro solo per il piacere di farlo, allora posso anche rinunciare a questo titolo qualificante. Ma se penso a tutto l’impegno applicato nello studio, nella ricerca dello stile, nella preparazione dei libri e del progetto grafico e nella realizzazione dell’immagine, allora posso dire che sono ormai 3/4 anni che ho intrapreso questa strada.
Quando ero piccolo mi piaceva molto disegnare, poi ho smesso e fino a 18 anni non ho mai ripreso… Prima di questo il mio unico impegno era girare per il mio quartiere fumando sigarette cercando di non studiare fino all’ultimo semestre della 5 superiore, poi è successo qualcosa che ha stravolto la mia vita, ho perso tutti gli amici e mi sono innamorato, nello stesso momento ho deciso di riprendere a disegnare per sfogarmi; così, mi sono iscritto al corso di Fumetto e illustrazione all’accademia di belle arti di Bologna e sono fuggito.

Matita o penna grafica?
La prima, la seconda, entrambe e nessuna delle due. Tutto dipende dal momento, dalla commissione o dall’obbiettivo che posso avere o che devo raggiungere. Spesso e volentieri utilizzo la matita, grassa più che altro o comunque cose che lascino dei segni molto larghi e incisivi, oil bar a profusione e colorazione digitale in postproduzione, a volte faccio anche interventi con le fotografie, ma quelle sono più che altro sperimentazioni. Sarei curioso di intraprendere la via della serigrafia e delle varie tecniche di stampa ma sono una persona ahimè, ancora per il momento, troppo pigra e troppo schiava della tecnologia per poter veramente mettere tutto me stesso in queste tecniche.

Cosa fai quando non disegni?
Mi piacerebbe poterti dire che leggo libri tutto il tempo, che vado alle mostre e ascolto musica, ma in realtà faccio anche altre cose molto meno culturali.
Nonostante questo, ho scoperto che qui ad Amburgo si respira una bella atmosfera sotto il punto di vista artistico; si può assistere a vernissage quasi ogni giorno, ci sono una quantità infinita di bookshop con graphic novel, libri illustrati, libri di Design, cinema (per chi capisce il tedesco), Pub e bar dove sentire della buona musica e bersi una buona birra economica in compagnia (se il posto è trendy è ancora meglio). Nel tempo libero da quasi un anno lavoro e vivo LÖK, rivista autoprodotta creata in collaborazione con Elisa Caroli e Lucia Manfredi e Chiara Faggiano; un contenitore straripante di immagini e storie di tutti i tipi.
Ascolto musica; in questo periodo sono fissato con Soap&Skin e Caribou che mi aiutano ad affrontare la questione UBahn. Mi piace molto esplorare i mercatini dell’usato per recuperare qualche oggetto dimenticato in soffitta e rimesso in vendita per una manciata di euro. Mi piace scattare le foto ma non mi piace che mi si chieda se sono un fotografo, quello è un lavoro troppo avulso dalla mia concezione di fotografia e non ho assolutamente il carattere per fare il fotografo. Tuttavia mi piace rubare qualche scatto ai luoghi e, se possibile, modificare le immagini disegnandoci sopra.
Mi piace andare a ballare in posti dimenticati da dio con bruttissima gente e musica tendenzialmente elettronica, ma sopratutto amo tantissimo fare shopping, comprarmi qualsiasi cosa non mi serva, anche se c’è sempre spazio per libri, cd, fumetti, materiale da disegno.
Spesso ci scappa anche qualche oggetto di Design e qualche Outfit da H&M, Urban Outfiters e simili… In fondo ho 23 anni anche io, no?

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Bottiglie vuote di plastica; se le restituisco al supermercato mi danno dei soldi per fare la spesa, il libro dei corsi della HAW Design Dipartament e qualche fanzine del posto, un orso di peluche dell’ikea, carta da pacchi, un piatto con gli avanzi di ieri sera, l’iphone, qualche matita, le salviette intime (in Germania fanno sempre comodo), una shopper con un carlino dai denti storti e un foglio con dei buchi concentrici.

Un disegno pesa quanto…
Leggerissimo. Sei poi modifichi al computer l’originale lo butti via e se ci pensi troppo vuol dire che non è spontaneo. Io sono disordinato, devo avere poche cose comode, pratiche, efficaci e che non mi diano troppo fastidio alla vista. Non sono assolutamente affezionato ai miei disegni; li ho sempre sul computer. Però se ti dicono che una tua opera fa schifo o che è vuota è la fine e lì il disegno pesa tantissimo e vorresti non averlo mai fatto.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Tutti i libri di Chuck Palahniuk e tutti i racconti brevi che seguono un filone onirico/demenziale. Per quanto riguarda il poster direi, data la parola un po’ retro, qualsiasi film splatter degli anni ’70, ’80 e ’90.

Un illustratore o un’illustratrice (possibilmente italiano) che mi consiglieresti?
Difficile scelta. Di solito prediligo gli illustratori esteri e/o poco famosi. Sarò banale ma a me piace tantissimo Philip Giordano, soprattutto per i lavori che sta facendo in questo momento per il Giappone; seguo il suo blog, lo pedino e lo amo.
Classici come Mattotti e poi ci sono tanti illustratori emergenti che spesso sono anche miei collaboratori, tra questi ci sono Giacomo Bagnara, Elisa Caroli, Federica De Ruvo, Anna Deflorian, Francesca Popolizio (potrei scrivere un elenco infinito).
Per quanto riguarda gli illustratori esteri ho avuto subito una cotta per Camilla Engmann, Sandra Dieckmann, Jim Stoten, Amanda Vähämäki e Marijpol. Aggiungerei qualche fumettista classico come Charles Burn e Daniel Clowes.

Un messaggio

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