7am | Stefano Adamo Mayakasa

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Stefano Adamo Mayakasa.

Ciao Stefano, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Sono originale della Val Trompia, ne ho 24 e ho iniziato a fare graffiti a 15 anni. Ma solo un paio d’anni fa sono riuscito a distaccarmi dai “limiti” del writing e a disegnare. È un altra storia. I graffiti sono una cosa che mi ha cambiato la vita. Bellissimi. Ma è una cosa molto diversa. Non sono né meglio né peggio del Disegno, dell’Arte, del Design. Sono semplicemente un modo diverso di ragionare. Detto questo, non penso ancora di potermi etichettare come illustratore. Né di darmi un etichetta in generale. Per ora disegno e dipingo, poi si vedrà.

Matita o penna grafica?
Matita. Non bado molto a cosa uso, l’ importante è il concetto. Cerco di utilizzare meno materiali possibili, e di farlo nella maniera più semplice e rudimentale. Anche se poi mi piace sperimentare e cambiare spesso. Evito il digitale. Rende i lavori impersonali a mio parere.

Cosa fai quando non disegni?
Quando non disegno cerco di stare a casa il meno possibile. Occasionalmente dipingo in strada, mangio cibo spazzatura e cerco di farmi più jam possibili (se ancora si possono chiamare così). Poi in coppia con Tommaso Fobetti faccio MoodMorning.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Il mac, un cactus, il vinile di Madvillain, usa e getta mai sviluppate. Una foto di Paola da bambina. Fotocopie, magazine e libri vari. Un cuore di legno. Technics 1200 e Roland sp404. Cartine e flyer.

Un disegno pesa quanto…
“Sapete cosa è la perversione? È solo una questione di gusto. Come la cucina cinese. Piace o non piace. Solo che quando si è cinesi non si ha scelta.”

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Vorrei fare la copertina di un libro che parli della storia del Rap in Italia. Come poster sicuramente vorrei Scemo & più scemo.
Ci metto anche l’ LP: The Miseducation of Lauryn Hill.

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
In Italia c’è gente capace, ma chi mi entusiasma davvero sono i Why Style Collective.

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