7am | Michele Guidarini

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Michele Guidarini.

Ciao Michele, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Sono di Arcidosso, Piccolo Paese in provincia di Grosseto ai piedi del Monte Amiata, in Toscana.
Ho 30 anni ed è circa una vita che scarabocchio, non sono illustratore, ma direi uno che ha bisogno di parlare al mondo ed a se stesso attraverso l’arte.
Scarabocchio la storia della mia vita, in forma surremetapopteatrale.

Matita o penna grafica (che materiali usi per il tuo lavoro)?
Penna Grafica in prevalenza, ma anche uniposca e pennarelli vari su supporti di carta antichi o invecchiati da me manualmente. Sono contro le matite!

Cosa fai quando non disegni?
Quando non disegno lavoro nel mio studio grafico, sono capo di me stesso e curo l’immagine coordinata in prevalenza di istituzioni e di eventi culturali della provincia di Grosseto.
Faccio anche libri per la casa editrice Arca, e tutto quello che mi capita dove c’è l’esigenza di curare l’immagine.
Inoltre, tanto per togliere tempo alla mia vita privata, organizzo un festival di arte, musica, cibo e teatro, insieme ad un gruppo di ragazzi con cui abbiamo fondato l’associazione ARTQ.
L’evento è Alterazioni, festival delle arti visive e della musica.
Quando posso, dormo.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Al momento, disegni sparsi non finiti, fogli invecchiati neutri pronti per l’uso, milioni di penne a portata di mano, una vecchia scatola di biscotti anni 60 dove tengo i pennarelli, il romanzo di Nick Cave “la morte di Bunny Munro”, vari santini di carta, altri oggetti kitch religiosi in vetro e il mio iPad.
Noto anche il portacenere che trabocca di mozziconi.

Un disegno pesa quanto…
Mille parole, per me, visto che la mia bocca non emana suoni che riescono ad esprimere i miei pensieri.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Il libro “Mein Kampf”, di Adolf hilter ovvero quello che fu definito il catechismo della gioventù Hitleriana.
(La provocazione è l’anima del mio lavoro).
Il film sicuramente “Freaks” di Tom Browning, del 1942.

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
Help, ho una disfunzione nel ricordare i nomi, ma fondamentalmente non ho preferenze, ho stima nelle persone che dal basso cercano di farsi notare con tutta la forza dei loro lavori, ho stima nelle persone che mi circondano e fanno il mio stesso lavoro e non posso dire di non trarne ispirazione.
Sono per gli artisti emergenti, coloro che impazziscono per tirare fuori un buon lavoro, sapendo che non sarà mai ripagato per lo sforzo fatto.

images courtesy of Mondo Bizzarro Gallery

co-fondatore e direttore
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  1. Mille parole, per me, visto che la mia bocca non emana suoni che riescono ad esprimere i miei pensieri………………..

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