Metti un cubottaedro al dito

D’accordo che non sono mai stato ferrato in matematica, geometria e robe con i numeri in generale, ma scoprire cos’è un cubottaedro a 31 anni (quasi) suonati per scrivere un post su questo blog proprio non ci pensavo (“Perché dopo tre anni fai ancora Frizzifrizzi?” chiese il tizio. “E sennò come faccio a scoprire cose come il cubottaedro”, risposi io).

Già il fatto che abbia quattordici facce (14!), posso metterci la firma, stanotte mi farà fare uno di quei sogni in cui la prof. – che è rimasta identica, in ibernazione, nella parte del mio cervello deputata agli incubi ricorrenti – mi chiede di calcolare l’area. Poi, non contenta, il volume. E mi sveglierò in piena notte cercando di convincere mia figlia, attraverso sussurri inquietanti mentre dorme, di non iscriversi mai a scuole dove ti insegnano figure geometriche più complicate di un rombo.

A scatenare tutto questo mio putiferio interiore sono stati i gioielli della serie Cuboctahedron, realizzati dal brand spagnolo Bandada.
Se non avete i miei stessi problemi con i poliedri, li trovate in vendita da Supermarket.

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